L’ernia inguinale

La visita costituisce un momento fondamentale per porre una corretta indicazione chirurgica per il paziente. Viene condotta sia con il paziente in piedi che in posizione supina per valutare la riducibilità dell’ernia.

Solitamente il paziente si rivolge al medico perché ha osservato la presenza di una tumefazione, quasi sempre riducibile, associata a modesta dolenzia o fastidio in sede inguinale. Al medico spetta l’onere di porre una diagnosi differenziale con altre patologie che possono insistere nella stessa regione e che possono manifestarsi con segni e sintomi analoghi come ad esempio: linfoadenopatie, ascessi, pubalgia, sindrome retto-adduttoria, etc.

Non occorre eseguire una ecografia. La diagnosi è solitamente clinica. Gli esami diagnostico-strumentali possono essere utili nei pazienti obesi o nei casi dubbi.

Non tutte le ernie inguinali necessitano di essere trattate chirurgicamente. Le linee guida e la Letteratura soprattutto nei casi asintomatici ed ernie di piccole dimensioni, consigliano l’osservazione e la rivalutazione a distanza. Il monitoraggio viene preso in considerazione soprattutto nei pazienti molto anziani e in quei pazienti che presentano uno stato di salute generale tale da non permettere l’esecuzione in sicurezza dell’intervento chirurgico.

Durante la visita, quindi, il medico in base alla propria esperienza valuta la naturale evoluzione della patologia erniaria e i rischi connessi alle eventuali complicanze dell’intervento chirurgico. Diabete, obesità fumo e alcol influenzano il postoperatorio. Su queste considerazioni si basa il colloquio medico-paziente, primo passo di un  corretto consenso informato.

In caso di ernia intasata, si può programmare l’intervento dopo riduzione della stessa.

In caso di incarceramento si pone indicazione del trattamento chirurgico in urgenza.

Scelta del tipo di intervento

Ernioplastica con protesi:

  1. Accesso inguinotomico.
  2. Isolamento, preparazione ed apertura del sacco peritoneale.
  3. Identificazione e liberazione del contenuto del sacco (intestino, epiploon).
  4. Riposizionamento in cavità addominale delle anse intestinali e dell’epiploon.
  5. Escissione del sacco e chiusura del suo moncone (chiusura dello strato peritoneale).
  6. Posizionamento della rete ‘a misura’ e fissata con punti di sutura, clips, colla.
  7. Sintesi ‘a ritroso’ dei piani precedentemente sezionati.
  8. Cute a punti staccati riassorbibili.

L’ernioplastica con protesi viene condotta generalmente in regime di day surgery con anestesia locale o locale più sedazione oppure in spinale. In casi selezionati si ricorre alla anestesia generale, soprattutto per le ernie permagne o particolarmente indaginose.

Ernioplastica per via laparoscopica TAPP

  1. Anestesia generale.
  2. Posizionamento di tre trocars operatori in addome.
  3. Incisione del peritoneo.
  4. Riduzione del sacco erniario in addome.
  5. Posizionamento di rete ampia fissata con colla e clips.
  6. Controllo di eventuali sanguinamenti e chiusura del peritoneo.

L’intervento chirurgico in laparoscopia deve essere condotto in anestesia generale e prevede la dimissione nel giorno successivo per monitorare il post anestesia.  In alcuni casi selezionati si puo’ prevedere la dimissione in giornata.

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Al fine di abbattere i costi della spesa pubblica, se la struttura sanitaria è compliante e il territorio lo permette (ad esempio città piccola e con poco traffico), la tendenza attuale è di trattare le ernie inguinali in regime ambulatoriale o al massimo in day hospital.

Cosa posso osservare dopo l'intervento?

Dolore nell’immediato postoperatorio (dominabile con i comuni antidolorifici)

Il dolore si definisce cronico quando persiste per più di sei mesi, il trattamento è multidisciplinare

Febbre (normale nell’immediato post-operatorio)

Ecchimosi (da piccoli traumatismi perioperatori che si risolvono in pochi giorni)

Ematoma (più frequente nel pz. che assume anticoagulanti o nelle ernioplastiche più complesse, solitamente si risolve in poche settimane)

Gonfiore (dovuto all’edema tissutale o allo sviluppo di sieroma si risolve in pochi giorni)

Infezione di ferita (meritevole di medicazioni)

Consigliabile comunque contattare il medico operatore o la struttura sanitaria

Cosa devo fare nel postoperatorio?

Si deve osservare il riposo nelle prime 24/48 ore post-intervento, ma non è necessaria l’immobilizzazione a letto. L’alimentazione viene ripresa precocemente.

Nei giorni successivi si consigliano pasti piccoli e frequenti e di curare una abbondante idratazione. In base alla intensità fisica relativa alla propria attività lavorativa, dopo qualche giorno si può tornare alla propria occupazione professionale. L’attività sportiva agonistica, specialmente dopo intervento condotto in laparoscopia, può essere ripresa gradualmente dopo 7-10 giorni.

Generalmente però la guarigione chirurgica completa è stimata in 30-40 giorni circa. In questo periodo, quindi, si raccomanda attenzione e di evitare gli sforzi fisici intensi che impegnino in maniera importante la parete addominale.